22 Gennaio 2025
Distretto Tecnologico Aerospaziale della Puglia, Intervista al Presidente Giuseppe Acierno
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Quali sono i punti di forza del distretto pugliese e come contribuiscono allo sviluppo e alla competitività delle imprese aerospaziali locali a livello internazionale?
Il distretto tecnologico aerospaziale della Puglia ha avuto un percorso evolutivo significativo negli ultimi anni, costruendo una rete di capacità e competenze cooperanti tra sistema pubblico e privato. Soprattutto, è riuscito, attraverso un processo avviato dal basso, a raggiungere una consapevolezza diffusa dell’importanza dell’aerospazio come chiave di forza e competitività del sistema territoriale.
Da questo punto di vista, tutte le politiche messe in campo dall’amministrazione regionale negli ultimi vent’anni rappresentano la dimostrazione che i decisori politici abbiano compreso l’importanza del settore. Allo stesso modo, la comunità pugliese ormai riconosce l’aerospazio come un valore collettivo, un settore in grado di generare reddito e sviluppo. Le attività svolte in Puglia hanno un impatto non solo locale, ma anche nazionale e internazionale, un risultato consolidato e sostenuto attraverso strumenti, progetti e iniziative con partner internazionali.
Questo è reso possibile anche grazie alla guida strategica delle politiche regionali, che hanno messo a disposizione risorse, strumenti e iniziative a supporto dei processi di internazionalizzazione. L’aerospazio rappresenta ormai un valore percepito dalla collettività, e la Puglia si distingue per l’ampia disponibilità di strumenti a supporto degli investimenti nel settore.
Inoltre, la regione vanta presidi universitari e istituti tecnici superiori altamente qualificati, che formano competenze strategiche per affrontare le sfide dei mercati internazionali. Infine, c’è una grande passione tra i giovani pugliesi: molti di loro, formatisi nelle università della regione, trovano nelle imprese locali non solo opportunità di lavoro, ma anche condizioni professionali stimolanti e gratificanti.

Quali strategie il distretto sta adottando per sviluppare e attrarre competenze aerospaziali e per avvicinare giovani talenti a queste filiere strategiche?
La formazione è stata uno degli elementi chiave fin dalla nascita del distretto, consapevoli del fatto che la competitività di un sistema industriale si basi innanzitutto sulle persone che vi lavorano. Attualmente possiamo contare su un sistema universitario consolidato, che offre due corsi di laurea in ingegneria aerospaziale: uno presso il Politecnico di Bari e l’altro presso l’Università del Salento.
Abbiamo inoltre costituito, al pari dei colleghi piemontesi, il primo ITS (Istituto Tecnico Superiore) dedicato all’aerospazio, che copre un segmento ulteriore dei fabbisogni delle imprese. Parallelamente, svolgiamo numerose attività di orientamento nelle scuole di ogni ordine e grado, investendo spesso gli utili del nostro bilancio in questa direzione.
Offriamo anche formazione diretta tramite master post-laurea e programmi di formazione continua, mantenendo così aggiornate le competenze del settore. In particolare, apprezziamo le politiche della pubblica amministrazione che promuovono strumenti per il rientro e il reshoring delle competenze pugliesi. Queste iniziative permettono ai giovani talenti pugliesi che lavorano all’estero di trovare nuove opportunità nella loro terra d’origine.
Grazie a queste politiche e al nostro ruolo di motore del settore aerospaziale, il distretto si configura come un fattore di attrattività per le competenze, offrendo ai giovani non solo la possibilità di tornare a casa, ma anche di inserirsi facilmente nel sistema produttivo regionale. Questo rappresenta un vantaggio sia per i talenti che rientrano sia per le imprese, che possono beneficiare di competenze acquisite in contesti internazionali.

Quali sono le principali sfide tecnologiche che state affrontando e quali tecnologie emergenti ritiene più promettenti per affrontarle?
Fin dall’inizio della costituzione del distretto, abbiamo seguito due principali linee direttrici: da un lato il consolidamento delle competenze tradizionali, che includono le tecnologie di produzione e i materiali per grandi strutture aeronautiche, sia nel settore elicotteristico che in quello ad ala fissa, oltre al tema della propulsione affrontato grazie alle sfide proposte da grandi realtà industriali come General Electric Avio Aero, basti pensare al motore ATP, senza dimenticare il contributo di Sitael nei sistemi di propulsione per satelliti, dall’altro lo sviluppo di nuovi domini e ambiti tecnologici che a partire dal 2010, con la redazione del nostro piano strategico, ci hanno portato a focalizzare l’attenzione su alcune tematiche di frontiera come le nuove forme di mobilità aerea, con un’attenzione particolare alle tecnologie emergenti per l’urban air mobility e i sistemi autonomi, le attività di osservazione della Terra e i relativi servizi applicativi in settori come l’agricoltura, l’ambiente e la sicurezza, nonché il trasporto spaziale commerciale che trova una delle sue principali sfide nel progetto dello spazio-porto. Un’iniziativa che, pur richiedendo una prospettiva temporale a lungo termine, rimane un elemento centrale delle nostre strategie, rappresentando non solo un’infrastruttura tecnologica ma anche un attrattore e catalizzatore di competenze, in grado di moltiplicare il valore tecnologico e professionale del nostro ecosistema, garantendo al contempo una forte competitività ed attrattività della Puglia a livello internazionale.

In che modo il suo distretto sta promuovendo l’accesso alle opportunità offerte dal settore aerospaziale e quali collaborazioni o strategie ritiene fondamentali per il posizionamento competitivo delle imprese del territorio?
Il distretto è consapevole che la base industriale presente in Puglia sia insufficiente rispetto non solo alle ambizioni, ma anche alle sfide e alle opportunità offerte dal mercato attuale, e si trova di fronte a due sfide principali: da un lato, una base industriale numericamente limitata, e dall’altro, la necessità per le singole imprese di crescere in termini di patrimonio e forza finanziaria, un aspetto quest’ultimo su cui il distretto non può intervenire direttamente, ma che rappresenta comunque una sfida rilevante. In questa seconda fase della nostra esperienza, dopo aver raggiunto una certa maturità nella costruzione del network, nel consolidamento dei presidi e nello sviluppo delle capacità, ci stiamo dedicando in modo prioritario alla creazione di opportunità per le piccole e medie imprese, offrendo loro servizi mirati come quelli del Digital Innovation Hub, realizzato per supportare la trasformazione digitale, o attraverso l’incubatore di imprese BIC che gestiamo direttamente come distretto tecnologico, oltre al Test Bed di Grottaglie, un’infrastruttura strategica per lo sviluppo di soluzioni e prodotti innovativi come i droni, attualmente in fase di ulteriore implementazione; tutte queste iniziative testimoniano il nostro impegno sempre più orientato alla costruzione di presidi, servizi e competenze, con l’obiettivo di supportare l’avvio e lo sviluppo di nuove imprese aerospaziali, contribuendo così al posizionamento competitivo delle imprese del territorio.

Come vede il suo distretto nell’immediato futuro?
Siamo certi di proseguire questa avventura, ormai ventennale, con una curva di crescita continua che coinvolgerà l’intero sistema, a partire dall’ampliamento delle competenze e capacità pubbliche, fino al consolidamento delle politiche regionali a supporto del settore aerospaziale. Prevediamo un aumento costante delle attività di ricerca e sviluppo, accompagnato dalla nascita di nuove imprese, in parte generate dall’avvio del BIC e in parte stimolate da una dinamica di mercato sempre più aperta alle opportunità, spesso più legate al settore spaziale che a quello aeronautico. Riteniamo di aver costruito un sistema capace di cavalcare questa onda di crescita e di autoalimentare i propri punti di forza, immaginando un 2025 che possa portarci a un incremento del fatturato del sistema pugliese, delle esportazioni e del numero di occupati, continuando a rafforzare la competitività del nostro territorio.

Quale è secondo lei il valore aggiunto di far parte del Cluster Tecnologico Nazionale?
Il Cluster Tecnologico Nazionale rappresenta senza dubbio un valore, in quanto offre un luogo in cui gli attori, non solo i distretti ma anche gli altri partecipanti, possono contribuire in modo significativo non tanto alla definizione di una strategia complessiva, quanto piuttosto all’identificazione e alla valorizzazione di sfide e opportunità, anche grazie all’interposizione del cluster nazionale come rappresentante degli interessi dei suoi soci. Con diversi presidi chiamati a guidare a livello centrale le dinamiche del settore, il cluster si configura già come un elemento di forte impatto, e questa composizione potrebbe in futuro generare ulteriori opportunità, favorendo forme di collaborazione su attività progettuali, iniziative di formazione e progetti industriali che possano coinvolgere direttamente gli associati, contribuendo così allo sviluppo e alla competitività del sistema complessivo.