28 Giugno 2024
La filiera aerospaziale della Liguria
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Intervista a Remo Pertica, Presidente di Siit

 

Quali sono i punti di forza della filiera aerospaziale ligure?

Il distretto Siit, di cui io sono Presidente praticamente dalla nascita, comprende 14 grandi industrie presenti sul territorio ligure, all’incirca 300 PMI, oltre naturalmente ai Centri di ricerca pubblici, Università e CNR. Tenuto conto che tra le nostre aziende azioniste, perché il Siit è una società consortile per azioni, noi abbiamo tra gli altri Leonardo, Fincantieri, Hitachi, Ansaldo Energia, Engineering, Iveco, possiamo dire sicuramente che le industrie e i centri di ricerca del territorio hanno una grande padronanza di quasi tutti i settori dell’aerospazio e soprattutto anche grossa conoscenza di quelle che possiamo chiamare tecnologie abilitanti. L’ aerospazio è fra l’altro compreso nelle Smart Specialization Strategies della Regione Liguria. Il nostro punto di forza è di rappresentare tutte le anime della filiera o quasi tutte. Nel settore aerospazio abbiamo ottime competenze nel downstream, principalmente correlate all’osservazione della terra e direi buone competenze nell’upstream, perché alcune delle nostre PMI hanno partecipato con successo a progetti europei che riguardavano ad esempio il recupero di relitti spaziali, senza calcolare che in questo settore l’Istituto Italiano delle Tecnologie che ha sede a Genova, che è già di per sé centro di eccellenza di robotica, ha grandi conoscenze. Per quanto riguarda la componente aeronautica, in Liguria abbiamo una società che considero importantissima, che opera in questo settore da lunghissima data, PiaggioAerospace, che oggi si trova in qualche difficoltà, ma che però tutti noi, a livello nazionale, ma soprattutto in Liguria, speriamo venga superata, anche in virtù della nomina tra i Commissari da parte del Ministro delle Imprese e del Made in Italy di Carmelo Cosentino, che ha una grandissima esperienza nel settore. Contiamo molto sulla sua esperienza e sulla sua intelligenza per traghettare Piaggio ad un gruppo che sappia valutarne e mantenerne le capacità e le competenze.

 

Quali quote di mercato, reali e potenziali, ci sono per la filiera territoriale ligure?

Per la Liguria non è facile rispondere, perché le tecnologie applicate ed applicabili sono trasversali e calcolare quale sia la quota ligure in una grande industria che ha più centri di ricerca che agiscono su un progetto, è molto difficile. Molto più facile invece è vedere quali sono le ricadute, perché il distretto Siit, che gestisce sul tema una decina di progetti nazionali e internazionali, è un ottimo punto di osservazione. Per cui come attività principali ed alcune di eccellenza, direi sicuramente: il controllo del territorio, il controllo dei trasporti marittimi e terrestri, il controllo del traffico vero e proprio, settori nei quali agiscono praticamente molte delle nostre grandi imprese e tantissime piccole e medie imprese. La Regione Liguria è presente, inoltre, tramite SIIT, nelle attività del corridoio Reno-Alpi, in cui ha la responsabilità della resilienza dei trasporti, come pure nella cabina di regia del Nord Ovest. Quindi, per riassumere, possiamo dire che il potenziale dei centri di ricerca ligure nel settore aerospazio sia a livello sia pubblico che di grande industria e PMI è sicuramente molto elevato. Avere tecnologia applicabile trasversalmente può essere considerato uno dei punti di forza del distretto ligure, come testimoniato dall’esperienza dei nostri soci nel trasferimento tecnologico: ad esempio la società Stam, socia Siit, che si è recentemente aggiudicata il contratto triennale di Broker Tecnologico da parte dell’Agenzia Spaziale Europea in forte sinergia con le iniziative dell’Agenzia Spaziale Italiana. E poi avere una sede importante a Genova del gruppo Leonardo che, grazie a Telespazio, Thales Alenia Spazio, E-Geos, occupa posizioni importanti in questi settori, costituisce per il nostro territorio un grande valore aggiunto.

 

Quale è il ruolo del digitale in questo processo?

Il ruolo del digitale in Liguria è notevole. Questa domanda cade proprio a fagiolo, perché è da pochissimo tempo che SIIT è entrato a far parte di DAMAS, che è un progetto in cui Leonardo è l’hub principale per la componente aerospaziale. DAMAS significa Digital Hub for AutoMotive and AeroSpace ed è promosso dalla rete dello European Digital Innovation Hub, proprio per la crescita digitale nel settore dell’aerospazio. È un programma di formazione rivolto principalmente alle PMI, e agli enti della pubblica amministrazione, con l’obiettivo di creare e rafforzare la filiera di questi settori, tenendo conto che tutto quanto viene fatto in DAMAS può essere propedeutico, essendo la formazione una delle componenti per ricadute nell’aerospazio e nell’automotive. DAMAS quindi è lo strumento più efficace per supportare la transizione digitale e green della filiera aerospaziale e automobilistica, ovviamente anche nella grande industria e nella pubblica amministrazione e su tutto il territorio nazionale. Leonardo è il coordinatore di DAMAS per l’aerospazio, mentre invece la parte automotive viene coordinata dalla Ferrari. Genova è la sede di DAMAS, che si avvale di quattro Access point: Thales Alenia Space, E-geos, CTNA e naturalmente il SIIT, che è lo sportello Damas per la Liguria. DAMAS fornirà alla grande industria, alle PMI, alla pubblica amministrazione, i cosiddetti enabler e label digitali per due delle più importanti tecnologie, l’intelligenza artificiale e il live performance computing/big data, con particolare riferimento a digital Twin, model simulation, cloud and edge computing, realtà virtuale aumentate. In DAMAS le imprese italiane acquisiscono una puntuale conoscenza quindi sui temi della digitalizzazione, entrano a far parte dell’ecosistema territoriale, beneficiano di servizi, iniziative di networking a livello regionale, nazionale e internazionale. Il portafoglio di servizi che DAMAS rende disponibili è particolarmente interessante ed è articolato in categorie: training, test before invest, con particolare riferimento al settore della conoscenza e del Technology transfer, rivolto a tre tipi di progetti che vengono definiti come progetti Quick, progetti standard e progetti extended and networking innovation ecosystem, che apre grandi opportunità alle PMI e, infine, l’access to finance, che è il coperchio di tutta l’attività, perché senza soldi si fa poco. In particolare, poi, DAMAS può creare servizi personalizzati per necessità di upskilling o reskilling. Attraverso DAMAS le nostre PMI avranno veramente l’opportunità di acquisire competenze, tenendo conto che, per esempio, i corsi di training per loro sono gratuiti. Abbiamo verificato veramente un interesse formidabile su questo progetto tra tutte le nostre PMI.  Tutto ciò può creare forti impatti sul trasferimento tecnologico dal settore aerospaziale e collaborazioni tra diversi settori industriali, creando forti sinergie con le attività di tutti i nostri soci. Ci aspettiamo ovviamente che alla fine, avendo acquisito queste nuove competenze, le imprese siano in grado di generare nuovi contratti.

Sulla base della sua esperienza, intravede nel suo territorio nuovi ecosistemi di innovazione, generatori di opportunità di business diverse e/o affini a quelle esistenti?

Sicuramente Intelligenza Artificiale e High performance computing. Teniamo conto che proprio Leonardo a Genova ha un HPC, il Da Vinci, che come potenza, capacità e velocità di calcolo è secondo o terzo in Italia. Fa parte di una rete di supercomputer sia nazionale che internazionale e quindi per una PMI, ma anche per una grande impresa che non abbia questa capacità e queste possibilità, poter utilizzare una rete di calcolo così potente è sicuramente un vantaggio formidabile.

In conclusione, se dovesse definire brevemente le caratteristiche primarie della filiera aerospaziale ligure?

Grandi capacità nell’osservazione della Terra, capacità anche nell’upstream, capacità di tradurre quelle che sono le esigenze presenti e future in prodotti innovativi e di valore e anche in applicazioni, perché la componente software ha una forte rilevanza. Pensiamo a quello che può essere fatto, per esempio, dall’osservazione della Terra. Gran parte delle industrie Siit fa parte tra l’altro di una rete di impresa che è la più grande rete d’imprese italiana, nata da quasi tre anni, che riguarda il monitoraggio del territorio con particolare riferimento a Ponti e Gallerie. L’idea ovviamente è nata dalla caduta del ponte Morandi. In Italia ci sono circa un milione e mezzo di ponti, neanche tutti censiti, molti dei quali abbastanza obsoleti dal punto di vista dell’età di costruzione. In tutto questo l’osservazione della Terra tramite, ad esempio, la costellazione satellitare CosmoSkymed, consente di misurare spostamenti anche millimetrici delle strutture del ponte e di tutto il territorio che lo circonda, perché molto spesso la costruzione regge, però c’è una frana lenta che sposta tutto. Ed è importante osservare che, quando succedono inconvenienti di questo tipo, ci sono già oggi gli strumenti che già oggi renderebbero possibile prevenirli. Questa è un’attività che la Rete sta portando avanti grazie a grandi centri di ricerca pubblici, ai professori strutturisti di un gran numero di università italiane e ad un certo numero di PMI specializzate nei vari tipi di tecnologie necessarie a questo settore. Oggi il monitoraggio dei ponti fa un uso di droni e addirittura di sciami ai droni. L’applicazione poi di concetti di intelligenza artificiale alle fotografie che i droni restituiscono consente di identificare con un’ottima certezza quello che sta succedendo, essendo peraltro chiaro che poi la decisione finale deve essere sempre presa dal professore strutturista che ha l’esperienza per poter valutare. Grazie a questi nuovi mezzi ed a queste nuove tecnologie i tempi di indagine e valutazione vengono enormemente accorciati. Altre attività possono riguardare fenomeni di erosione delle coste, di subsidenza, per non citare tutte le attività riguardanti il controllo del traffico marittimo, l’agricoltura, il demanio, ecc.