Si è svolto a Milano il convegno dell’Osservatorio Space Economy, una giornata per presentare una fotografia del contesto italiano: dall’upstream agli utenti finali, con uno sguardo allo scenario internazionale e l’obiettivo di riflettere sulle strategie per garantire una crescita sostenibile e a lungo termine dell’intero sistema nazionale.
Nel corso del dibattito un focus speciale è stato dedicato ai risultati sull’indagine della filiera spazio nazionale, sviluppata dall’Osservatorio con la collaborazione del CTNA. L’indagine ha visto la somministrazione e l’analisi di una survey a un campione significativo di 125 imprese italiane, da cui emerge che solo l’10% dei rispondenti opera esclusivamente nel settore spaziale, mentre il 90% opera anche in altri comparti, per lo più, aviazione (46%), industria metalmeccanica (44%), ICT ed elettronica (41%), e automobilistico (34%).
Nell’analisi, sono stati individuati tre archetipi di aziende della filiera spaziale italiana:
· “Space Manufacturer”, ossia i produttori di grandi sistemi spaziali quali satelliti, infrastrutture di terra e infrastrutture per l’esplorazione spaziale;
· “OEM servitizzati”, ossia i produttori di componentistica che associano ai loro prodotti servizi, quali formazione per l’utilizzo di software di osservazione della Terra;
· “Service company”, ossia consulenti, fornitori di servizi e sviluppatori che aiutano le aziende della filiera spaziale italiana a sviluppare i propri prodotti.
Tramite l’indagine, l’Osservatorio ha inoltre individuato cinque grandi tendenze che il campione evidenzia come principali cambiamenti dell’industria spazio e del modello di business delle aziende che in essa vi operano:
· commercializzazione dello spazio, ovvero il coinvolgimento del settore privato e delle aziende commerciali nello sfruttamento delle attività spaziali (61%)
·nuove tecnologie provenienti da altri settori (55%)
· nuovi attori provenienti da settori non spaziali che stanno entrando in questo mercato (49%)
· nuovi modelli operativi e organizzativi abilitati dalle sinergie tra tecnologie “settoriali” e digital technologies (30%)
· nuove regolamentazioni e politiche dello spazio verso la liberalizzazione del mercato e l’uso dei dati (23%)
Il CTNA, oltre a contribuire all’indagine ha animato, attraverso l’intervento della Presidente Cristina Leone, la tavola rotonda “Sfide della filiera dello spazio in Italia” moderata da Camilla Colombo e Michèle Lavagna dell’Osservatorio del Politecnico di Milano.
Alla tavola rotonda hanno partecipato: Sara Garino, Capo Ufficio Legislativo Presidenza X Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo – Camera dei Deputati; Paolo Colombo, Director of Strategy, Aerospace & Defense, Altair; Cristina Leone, Presidente, CTNA; Pietro Quercia Policy Consultant, Adl Consulting; Andrea Taramelli, Coordinatore, Copernicus UFN.
Cristina Leone ha sottolineato il ruolo dell’Italia e le sue dimostrate abilità nella costruzione e messa in orbita di satelliti, citando come ultimo esempio la costellazione Iride, finanziata dal PNRR ed ha ricordato il fondamentale apporto dato dalle imprese italiane per la realizzazione delle nuove stazioni spaziali commerciali e della stazione spaziale internazionale.
Le potenzialità connesse alle consolidate abilità e alle molteplici applicazioni hanno fatto emergere un altro tema di fondamentale importanza: come utilizzare i dati e le informazioni che vengono da assetti in orbita per sviluppare nuovi servizi, ma anche la necessità di sensibilizzare il sistema economico istituzionale e aziendale all’utilizzo dei servizi spaziali ideati per ottenere maggiore efficacia rispetto a metodi tradizionali. Solo per fare alcuni esempi di ottimizzazione: la pianificazione delle attività agricole e l’attività di monitoraggio e tutela del territorio.
L’accento è stato posto anche sui servizi di space situational awareness per proteggere le costellazioni commerciali che, nonostante la crescita del mercato del + 5% annuo, sono ancora scarsamente sviluppati.
Proseguendo nell’analisi delle esigenze delle imprese e del ruolo del CTNA per supportare la crescita, la Presidente Leone ha sottolineato la necessità di conoscere le filiere nei territori e far emergere il patrimonio di tecnologie e idee sviluppate da start-up o da piccole e piccolissime imprese del tessuto industriale, ciò al fine di valorizzare il sistema Paese e le sue eccellenze. Uno degli obiettivi del CTNA infatti è proprio quello di mappare le tecnologie e i sistemi prodotti in tutto il territorio, cercando di capire dove si stanno concentrando gli investimenti in R&D.
A partire dall’ individuazione di tassonomie, semplici ma esaustive su spazio e aereonautica, il CTNA lancerà nei prossimi giorni un’indagine volta a individuare i gap tecnologici, capire quale formazione viene fornita a livello universitario e non solo per ricavare informazioni utili a supportare lo sviluppo e la competitività delle imprese italiane.
In questo clima di crescita è importante lavorare non solo sulle innovazioni tecnology-push, ma anche su sviluppi market-pull, in linea con le richieste dei mercati di sbocco, ciò anche attraverso il proof of concept.
In conclusione e a giudizio comune, approfondire la conoscenza della realtà italiana e valorizzare le eccellenze attive sui territori sembra siano due criteri essenziali per l’avanzamento dell’’ecosistema, per supportare lo sviluppo delle competenze, rafforzare e allineare l’offerta formativa.